23/9/2013 L'INIZIO DELL'ANNO AD IN-PRESA E' PROPOSTA E CAMMINO PER STUDENTI E INSEGNANTI
“L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante. Quando manca questo senso – prigione, malattia, abitudine, stupidità – si vorrebbe morire” C. Pavese, Il Mestiere di vivere.
È proprio così: anche quest’anno, alla riapertura dei battenti di In-presa dopo la pausa estiva, la percezione di tutti è che, nonostante le tante difficoltà che si prospettano – anche economiche -, si possa continuare a vivere e che è possibile incominciare, sempre.
Un inizio che si è fatto proposta, per studenti e insegnanti, proposta e cammino. Come il primo giorno di scuola degli alunni di seconda del corso triennale di formazione professionale per aiuto-cuoco invitati all’alpeggio di Brunino (LC), ai piedi delle Grigne, per fare esperienza del cammino. “Che cosa caratterizzerà questo nostro secondo anno? – è stata la proposta dei professori – la certezza di essere sulla STRADA che compirà il vostro desiderio di imparare una professione, quella professione che, durante il primo anno, ha fatto vedere i suoi tratti fondamentali, svelando i vostri talenti”. Una strada fatta di passi, di punti chiari di riferimento, di incontri (come all’alpeggio quello con la guida che ha spiegato la bellezza che si dipanava davanti agli occhi dei ragazzi) e…anche di fatica. Ma la certezza della meta rende il cammino più lieve perché pieno di senso.
La professione (il mestiere) si è affacciata subito il primo giorno di scuola per i ragazzi di terza chiamati a cimentarsi con la prova professionalizzante: in cucina per la simulazione della prova pratica d’esame. La professione, che è legata al “professare”, cioè al dire davanti a tutti (pubblicamente) “Chi si è!”. In quel fare, in quel trasformare con perizia gli alimenti, le “materie prime”, in pietanze gustose c’è dentro tutto l’io: la scommessa è che in questo “fare“ uno può metterci tutto se stesso.
In questo lavoro è anche la scoperta della propria utilità per gli altri: l’esito della prova, infatti, si è trasformato in un banchetto di accoglienza dei 52 “primini” che si affacciavano all’avventura della scuola superiore.
“Benvenuti”, è stato non solo il saluto a parole proclamato dal direttore, ma un’esperienza concreta: qualcuno –i grandi di terza –ha preparato qualcosa di buono “per me”.
“Benvenuti: la scuola è un bene per voi, ma, contemporaneamente, anche voi siete un bene per la scuola, per i compagni, per gli insegnanti perché potrete farla crescere portandovi dentro i vostri desideri, le vostre attese e le vostre capacità”.
Anche per i ragazzi dell’alternanza scuola/lavoro in ambito gastronomico/della ristorazione (il percorso che da anni proponiamo a quei ragazzi che hanno accumulato svariate esperienze di insuccesso nel mondo della scuola ingrossando così le fila dei cosiddetti “dispersi”) è iniziato un nuovo anno.
Ritrovo ad In-presa, trasferimento per visita guidata ad un importante ristorante della zona (Il camp di cent pertigh) per vedere “cosa ne sarà di me?”, e l’accoglienza dei professori e della tutor. L’accoglienza che abbraccia tutta la fatica che i ripetuti insuccessi lascia impressa sul volto dei ragazzi.
Un abbraccio e una proposta: “Tu non sei gli errori, gli sbagli che hai commesso. Sei molto di più! Scopriamolo insieme”. Le immagini, proiettate in una saletta adibita appositamente per un buffet d’accoglienza nel ristorante, dei primi minuti de “I miserabili” (bellissimo musical tratto dal capolavoro di V. Hugo interpretato da grandi attori come Russell Crowe, Hug JAckman e Anne Hatheway) lo hanno sottolineato: anche loro, come Jean Valjean possono hanno incontrato chi è pronto a scommettere tutto sulla loro persona.
L’anno è iniziato così: una proposta per ognuno perché si potesse toccare con mano la verità di quello che sosteneva l’Emilia nei primissimi momenti dell’avventura di In-presa: “Stai tranquillo, la tua ansia non mi manda in crisi; io sono salda qui, in un terreno più saldo di quello dove sei tu. Se ti attacchi alla mia mano (una mano che in questi anni si è fatta anche proposta didattica) ti tiro dalla mai parte”. (E. Boffi, Emilia e i suoi ragazzi, Lindau)