8/10/2013 AUMENTO IVA: UNA STANGATA SOPRATTUTTO PER IL NON PROFIT
Il provvedimento del governo penalizza i soggetti che non possono scaricare l'IVA. Ad esempio il terzo settore. Come spiega un articolo pubblicato dal Corriere della Sera
Le conseguenze dell'aumento dell'Iva dal 21 al 22% penalizzano soprattutto il terzo settore, dove operano soggetti giuridici che non hanno la possibilità di scaricare l'IVA.
Ecco un articolo pubblicato il giorno 8 ottobre sul Corriere della Sera e dedicato a questo problema.
"Aumento dell’Iva al 22 per Cento. Effetti collaterali sul No Profit
Si è diffusamente parlato dell’aumento dell’Iva al 22% per le famiglie e dei suoi effetti recessivi sull’economia. Ma per tanti soggetti del mondo della formazione e del no profit in generale, l’aumento non ha solo l’effetto sopra citato, ma, trattandosi di soggetti giuridici che non possono scaricare l’Iva, si tratta di un aumento puro di costi. Un appesantimento che interviene in un momento già particolarmente complicato, dove le donazioni private sono ridotte al lumicino. Dove al contrario le richieste di sostegno da parte di famiglie e giovani si fanno impellenti. Si tratta nella quasi totalità di soggetti senza scopo di lucro e proprio su di loro si scarica un aggravio netto che già avevano subito con il primo punto di aumento un anno fa. Università, fondazioni universitarie, fondazioni benefiche private, scuole paritarie, enti di formazione tutti svolgono un ruolo sociale determinante per la crescita del Paese e un ruolo centrale o perlomeno complementare con le istituzioni pubbliche nell’erogazione, per esempio, di servizi formativi o in tanti casi di vere e proprie borse di studio per studenti o soggetti svantaggiati. Sono quegli effetti collaterali, li ha chiamati qualcuno, che è difficile escludere in questo tipo misure economiche. Sarà anche vero; la sensazione è banalmente quella che svolgere un servizio pubblico in questo Paese poco importi quando è necessario fare cassa. Che quando si debbano trovare coperture non si vada troppo per il sottile con l’applicazione di nuove tasse e al contrario nel taglio dei costi i distinguo siano sempre così tanti da annacquarne ogni effetto significativo. Purtroppo la stragrande maggioranza di questi enti non ha la capacità di assorbire questi costi, come racconta in questi giorni la pubblicità di una grande catena di arredamento, e così questi diverranno semplicemente minori servizi e minori agevolazioni agli utenti. Effetto collaterale.
Stefano Blanco"